Salute e Prevenzione

Agricoltura rigenerativa: di cosa si tratta?

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Indice

Negli ultimi decenni, l’agricoltura intensiva ha contribuito significativamente alla deforestazione, alla perdita di biodiversità e all’emissione di gas serra: è stata identificata come una delle principali fonti di degrado ambientale.

Questo scenario ha portato a rivedere i sistemi agricoli tradizionali, mettendo in luce l’esigenza di promuovere pratiche più sostenibili. L’agricoltura rigenerativa si presenta come una soluzione promettente per affrontare queste sfide.

Ripensare i sistemi agricoli e alimentari con l'agricoltura rigenerativa

Quando si parla di agricoltura rigenerativa si fa riferimento a un approccio agricolo innovativo che, attraverso un insieme di metodi agricoli e pratiche agroecologiche, punta non solo a mantenere la produttività agricola, ma anche a ripristinare le risorse naturali che utilizza.

L’agricoltura rigenerativa mira infatti a:

  • ripristinare la salute del suolo;
  • aumentare la biodiversità;
  • migliorare le risorse idriche;
  •  sequestrare carbonio.

Si parla di “agricoltura rigenerativa” ormai da tempo, questa espressione è stata coniata infatti negli anni ’80 dal Rodale Institute, un’organizzazione no-profit statunitense. L’obiettivo era quello di proporre un nuovo modello agricolo che si allontanasse da un sistema convenzionale industriale che era causa della degradazione delle risorse naturali.

In Italia, l’agricoltura rigenerativa esiste: diverse sono le aziende che stanno puntando su questo modello di produzione agricola. Ancora però, non esiste una regolamentazione specifica e univoca relativa all’agricoltura rigenerativa.

L’agricoltura rigenerativa segue 5 principi fondamentali:

  1. Conservare la struttura del suolo;
  2. Aumentare la biodiversità delle specie vegetali e microbiche;
  3. Ridurre l’impronta carbonica;
  4. Mantenere il suolo coperto;
  5. Integrare l’allevamento nelle pratiche agricole.

Ci sono differenze tra agricoltura biologica e rigenerativa?

L’agricoltura biologica e quella rigenerativa sono due tipi di agricoltura complementari: infatti si può parlare di agricoltura biologica (e) rigenerativa.

Per agricoltura biologica, secondo il Regolamento 848/2018, si intende un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione alimentare basato sull’interazione tra le migliori prassi in materia di ambiente ed azione per il clima, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali e l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e norme rigorose di produzione confacenti alle preferenze di un numero crescente di consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.

Mani che tengono terra dal suolo.

Mira quindi a eliminare le pratiche potenzialmente dannose per l’uomo e l’ambiente come l’uso di sostanze chimiche o di organismi geneticamente modificati.

L’agricoltura rigenerativa, che parte dagli stessi presupposti dell’agricoltura biologica, non solo promuove buone pratiche agricole ma aspira ad avere un impatto positivo nell’ecosistema, portando così valore aggiunto al suolo, alla biodiversità fino all’intero sistema agricolo.

I cibi prodotti dall’ agricoltura rigenerativa derivano da coltivazioni effettuate con cura e nel rispetto dell’ambiente, provengono da terreni ricchi e sono infatti più nutrienti e indicati per un’alimentazione sana e consapevole.

Le tecniche dell'agricoltura rigenerativa

Il suolo è costituito da una componente minerale e dalla sostanza organica (SOM), che a sua volta è composta principalmente da carbonio derivante da residui animali e vegetali. Il suolo infatti è una sorta di magazzino di carbonio.

È un sistema vivo e dinamico: la presenza di microrganismi e funghi è fondamentale per le colture. Si crea così un rapporto simbiotico: la flora batterica e fungina che trova rifugio e nutrienti nel suolo, è in grado di scomporre la sostanza organica in sostanze più semplici, rendendole così biodisponibili alle piante coltivate.

La sostanza organica del suolo non è solo fonte di nutrimento per la flora che lo abita, ma è anche il cemento che tiene uniti gli aggregati che lo compongono.

Il suolo, infatti, ha una struttura porosa e ben organizzata, si possono distinguere:

  • micropori: fori di dimensioni ridotte che consentono la risalita capillare dell’acqua, che resta così disponibile alla pianta.
  • macropori: fori di dimensioni maggiori, permettono un buon drenaggio dell’acqua e consentono il transito dell’aria nel terreno.

Vediamo quali sono le principali tecniche che l’agricoltura rigenerativa segue per raggiungere i suoi obiettivi.

1) Lavorazioni conservative del suolo

Per ottenere cibi nutrienti è indispensabile conservare la fertilità del suolo: si può fare limitando l’intensità e il numero di lavorazioni, preferendo arature superficiali.

Le arature tradizionali, essendo molto profonde, invertono gli strati del suolo andando a modificarne la naturale struttura, questo comporta:

  • una minor quantità d’acqua disponibile per le colture;
  • il peggioramento della conducibilità idraulica del terreno: se aumentano infatti i macropori l’acqua tenderà a scendere in profondità;
  • la perdita di materia organica: l’esposizione all’aria causata dall’aratura, accelera l’ossidazione della materia organica che sarà rilasciata sottoforma di CO2 in atmosfera, si riduce così la quantità di carbonio immagazzinato nel suolo;
  • la diminuzione della fertilità dovuta alla perdita di materia organica: le colture hanno meno nutrienti disponibili, aumenta così la necessità di implementare le dosi di concimi;
  • la trasformazione degli habitat sotterranei.

Perciò per avere un suolo più fertile ed evitare la perdita di acqua e di biodiversità della flora batterica, è molto importante conservarne la struttura.

Anche il passaggio ripetuto di macchinari pesanti ha impatto negativo sul suolo. Il loro transito, infatti, può portare alla compattazione degli strati inferiori del suolo, riducendone la porosità ed ostacolando la crescita delle radici. Un suolo molto compatto ha problemi di drenaggio e aerazione e ciò limita la capacità delle piante di assorbire nutrienti, gas e acqua.

Per evitare il compattamento del terreno si preferisce utilizzare pneumatici a bassa pressione, cingolati oppure optare per il traffico controllato su alcune fasce.

2) Mantenere il suolo coperto

Un terreno privo di vegetali tende a perdere nutrienti dall’agroecosistema. Per questo, si adoperano le cover crops: colture utilizzate per non lasciare scoperti i terreni, soprattutto nei mesi in cui il campo è a riposo, come durante l’inverno.  

In questo modo si otterrà:

  • l’aumento della sostanza organica presente nel suolo;
  • maggior fissazione dell’azoto soprattutto se le colture utilizzate sono leguminose. Attraverso il loro sovescio viene favorita la disponibilità di azoto assimilabile dalle colture successive;
  • la conservazione della struttura del suolo: le cover crops, infatti, proteggono il terreno dalle piogge battenti che tendono a generare fenomeni di ruscellamento e di erosione, soprattutto a livello collinare;
  • una flora batterica e fungina più viva e sana;
  • una minor crescita di erbe infestanti: un esempio in particolare sono le radici della Senape che inibisce le piante indesiderate grazie alla liberazione di sostanze;
  • un minor utilizzo di fertilizzanti e/o pesticidi chimici.

3) Integrazione dell’allevamento alle colture

L’integrazione del bestiame e l’uso di compost migliorano ulteriormente la fertilità del suolo e la sua capacità di trattenere l’acqua. Si genera così un circolo virtuoso in cui le colture forniscono cibo al bestiame e le deiezioni animali fertilizzano il suolo.

4) Stop alle monocolture

Le monocolture impoveriscono gli habitat, riducendo la disponibilità di cibo per gli insetti impollinatori. L’agricoltura rigenerativa promuove l’utilizzo di una vasta gamma di specie vegetali così da aumentare la biodiversità dell’agrosistema.

In questo modo aumenta la resistenza alle malattie e la resilienza dell’ecosistema soprattutto ai cambiamenti climatici.

5) Introduzione di tecnologie innovative che possono trasformare l’agricoltura

L’agricoltura rigenerativa non prevede solo l’adozione di pratiche conservative ma accoglie anche le tecnologie più avanzate.

Pannello solare applicato all'interno di un campo.

GPS, sensori, droni e l’analisi dei dati trovano applicazione anche in questo settore. L’irrigazione intelligente ne è un esempio, piccoli sensori permettono di valutare lo stress idrico da remoto, consigliando la giusta quantità di acqua da fornire alla pianta. Altri sistemi consentono di monitorare i livelli di umidità, le infestazioni parassitarie o i livelli di microbioma e carbonio.

Le tecnologie avanzate possono così ridurre la necessità di aratura, ottimizzare l’uso di acqua, di fertilizzanti e di altre necessità.

È possibile, inoltre, creare modelli predittivi in grado di aiutare gli agricoltori a prendere decisioni a supporto della salute del suolo e della produttività agricola. Con questo tipo di tecnologia, coltivare diventa più semplice ed efficiente.

Come e perché seguire un'agricoltura rigenerativa e sostenibile

La transizione verso un’agricoltura rigenerativa richiede un impegno significativo, tuttavia, i benefici a lungo termine per l’ambiente e la salute umana la rendono estremamente vantaggiosa. L’agricoltura rigenerativa infatti:

  • migliora la salute del suolo rendendolo più sano è più fertile, così da richiede meno sostanze chimiche e può sostenere una maggiore biodiversità;
  • permette di avere rese più stabili e produttive, riducendo inoltre i costi per gli agricoltori;
  • contribuisce alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Attraverso la cattura e lo stoccaggio del carbonio nel suolo e nella biomassa, queste pratiche possono ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera;
  • permette di produrre cibi più sani e nutrienti.

L’ agricoltura rigenerativa promuove così l’economia circolare e rende la produzione più sostenibile.

Agricoltura rigenerativa e alimentazione consapevole

L’agricoltura rigenerativa è strettamente connessa all’alimentazione consapevole: consente infatti di portare sulle nostre tavole prodotti di elevata qualità, biologici e sostenibili. Conoscere gli effetti che il cibo ha sul nostro organismo è importante, poiché la nostra salute dipende anche da cosa scegliamo di mangiare.

Suoli sani e ricchi di sostanza organica permettono alla pianta di ottenere più elementi essenziali al suo sviluppo, questo aumenta la qualità nutrizionale dei cibi provenienti da un tipo di agricoltura rigenerativa. L’agricoltura rigenerativa inoltre evita l’utilizzo di sostanze chimiche e questo consente di avere alimenti senza contaminanti e più sicuri.

Informarsi sul tipo di filiera e il modo in cui vengono prodotti gli alimenti è pertanto importante per fare una spesa sostenibile. Non dimentichiamoci inoltre, di preferire prodotti locali e di stagione in modo da supportare le piccole aziende agricole, sostenendo così l’economia locale.

Clicca il seguente link per sapere come fare scelte di salute per noi e il nostro pianeta.

Possiamo affrontare le sfide ambientali con un approccio innovativo e promettente adottando l’agricoltura rigenerativa e scegliendo i cibi che da essa derivano. In questo modo potremmo salvaguardare non solo la salute del pianeta ma anche quella delle persone. Attraverso uno sforzo collettivo, dal produttore al consumatore, possiamo creare sistemi alimentari più sostenibili.

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