“La vitamina D rafforza le difese immunitarie”. Chissà quante volte abbiamo sentito dire questa frase, soprattutto in questo periodo. In effetti, tutti conosciamo la vitamina D per la sua importanza nello sviluppo delle nostre ossa, ma cosa c’entra con il sistema immunitario? Si tratta di una fake news o nasconde una verità? Facciamo chiarezza.
La vitamina D: conosciamola meglio
La vitamina D è una vitamina detta “liposolubile”: grazie alla sua struttura chimica, infatti, riesce a disciogliersi nei grassi.
Non solo: il termine vitamina D viene utilizzato per indicare in modo generico tutta una serie di molecole simili tra loro e con attività ormonale.
La vitamina D è infatti in grado di modulare l’espressione genica delle nostre cellule grazie all’interazione con il suo recettore nucleare (VDR, “Vitamin D Receptor”). Grazie a questo suo meccanismo d’azione la vitamina D può svolgere tutte le sue attività:
- Promuove l’assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale, garantendone livelli adeguati nel nostro organismo
- Permette la fissazione del calcio a livello delle ossa, favorendo il benessere scheletrico
- Favorisce la funzionalità di tutto il nostro sistema immunitario
- Regolarizza la differenziazione e la proliferazione delle cellule della nostra pelle
Alcuni studi riportano anche potenzialità della vitamina D nella gestione del tono dell’umore, nella prevenzione cardiovascolare e di alcune forme tumorali, oltre che un ruolo di primaria importanza in sindrome metabolica, diabete e così via.
Dove si trova e quanta assumerne?
Non è facile stabilire il fabbisogno giornaliero di vitamina D, perché è molto soggettivo, ma in genere si aggira sui 5 nanogrammi al giorno; in ogni caso, la comunità medica indica come sufficiente quell’apporto giornaliero che permette di avere nel sangue più di 30 nanogrammi per mL di vitamina D.
Si possono raggiungere questi livelli assumendo una buona dose quotidiana di… Raggi solari! Sì, avete capito bene. Circa l’80% della vitamina D presente nel nostro organismo viene prodotta per esposizione della pelle al sole! Per cui basterà stare al sole ogni giorno per almeno mezz’ora, meglio anche se un’ora.
Questo perché nella nostra pelle è presente una molecola simile al colesterolo che rappresenta il punto di partenza per la formazione della vitamina D: esponendo la pelle ai raggi solari, questa molecola iniziale subisce una trasformazione in una forma intermedia, che poi fegato e reni modificano nella forma biologicamente attiva della vitamina D, pronta per svolgere tutte le sue azioni.
Ed il restante 20%? Questa piccola quota può essere integrata attraverso l’alimentazione: anche la vitamina D presente negli alimenti, una volta assorbita a livello intestinale, raggiunge fegato e reni, in cui viene attivata.
Ma non finisce qui! La vitamina D attiva viene poi immessa nel circolo sanguigno, dove viene trasportata da una speciale proteina plasmatica che la protegge dall’ossidazione e la rende disponibile per le ossa e per tutte le cellule che ne hanno bisogno.
La vitamina D inutilizzata si va poi ad accumulare e depositare proprio all’interno della massa grassa (o “tessuto adiposo”), per cui è affine.
La vitamina D: regina del sistema immunitario, non solo delle ossa!
Questa preziosa vitamina, come anticipato, non è solo essenziale per il benessere delle nostre ossa e per la prevenzione di condizioni quali rachitismo, osteoporosi, osteopenia, ecc.
La vitamina D è la regina del sistema immunitario e coordina l’attività di tutte le sue cellule: sia quelle coinvolte nell’immunità innata che quelle dell’immunità adattativa.
La letteratura scientifica, infatti, ha confermato la capacità della vitamina D di agire sulle cellule immuno-competenti, attivandole.
Ad esempio, studi recenti dimostrano come i livelli ematici di vitamina D influenzino la funzionalità dei macrofagi, cellule dell’immunità innata. A livello polmonare, in particolare, la presenza di un virus o batterio attiva i macrofagi, che inviano stimoli per promuovere l’attivazione della vitamina D e l’espressione dei suoi recettori VDR: in questo modo induce la produzione di citochine e varie molecole coinvolte nell’infiammazione, con lo scopo di eliminare il microrganismo invasore.
Per quanto riguarda l’immunità adattativa, invece, evidenziamo come la vitamina D, accumulata nelle cellule del tessuto adiposo (gli adipociti), passa nel circolo linfatico e raggiunge i linfonodi. Qui lega i propri recettori VDR all’interno dei linfociti B, stimolando la produzione di anticorpi.
È pertanto chiaro il ruolo chiave di questa vitamina per l’efficienza delle nostre difese immunitarie: la carenza della vitamina D può condizionare la reattività del nostro sistema immunitario, esponendoci maggiormente all’attacco di virus o batteri.
La carenza di vitamina D
Abbiamo chiarito il ruolo cardine della vitamina D nel garantire le nostre difese immunitarie. Cosa succede perciò se abbiamo bassi livelli di questa vitamina nel nostro sangue?
Innanzitutto, le nostre difese immunitarie saranno meno reattive e probabilmente andremo incontro più facilmente ad infezioni di vario genere.
Non solo: anche le nostre ossa ne risentiranno! Come ricordato, il calcio e la vitamina D sono fondamentali per il benessere del nostro sistema scheletrico.
Chi è più a rischio?
Una condizione di carenza di vitamina D si manifesta soprattutto in:
- Individui con patologie epatiche o renali, poiché, come ricordato in precedenza, fegato e reni sono responsabili della trasformazione della vitamina D nella sua forma attiva
- persone sovrappeso o obese perché la vitamina D, essendo lipofila, si va ad accumulare nelle cellule del tessuto adiposo
- chi segue particolari terapie farmacologiche (es. cortisonici che interferiscono con il metabolismo della vitamina D)
- chi non si espone al sole o non pratica attività all’aperto
- chi non consuma alimenti contenenti vitamina D
Sovrappeso, obesità e difese immunitarie: il ruolo della vitamina D
Tra i soggetti più a rischio di carenza di vitamina D abbiamo ricordato chi è sovrappeso o è obeso: capiamo insieme perché.
Come anticipato, la vitamina D, affine per i grassi, si va a depositare negli adipociti, le cellule che costituiscono la massa grassa del nostro organismo e che sono presenti in grandi quantità nelle persone sovrappeso o obese.
Richiamata dall’abbondanza di tessuto adiposo in questi soggetti, la vitamina D presente nel circolo sanguigno diminuisce perché si va a depositare proprio negli abbondanti adipociti. Non è quindi più disponibile in circolo per tutte quelle sue funzioni necessarie al corretto funzionamento del nostro organismo.
In caso di sovrappeso o obesità, inoltre, gli acidi grassi saturi “inquinano” tutto l’organismo: presenti in eccesso negli adipociti, vengono liberati in abbondanza nel circolo sanguigno e raggiungono anche sedi in cui non si dovrebbero trovare, provocando “steatosi”.
A livello del midollo osseo, ad esempio, gli acidi grassi favoriscono lo sviluppo del midollo giallo a scapito di quello rosso: la sua attività di produzione dei globuli rossi, bianchi e piastrine viene di conseguenza ridotta.
A questo effetto sul sistema immunitario se ne somma anche un altro che coinvolge la vitamina D. Quando questa viene rilasciata dagli adipociti porta con sé tutta una serie di acidi grassi saturi ed insieme raggiungono i linfonodi!
I linfonodi, a questo punto, sono talmente infarciti di acidi grassi da perdere la loro funzionalità: non riescono più a custodire i linfociti B adeguatamente né tantomeno a favorirne la conversione in plasmacellule e anticorpi dietro stimolo della vitamina D!
È chiaro ormai: lo stato delle nostre difese immunitarie dipende strettamente dalla quantità di vitamina D circolante e dal profilo metabolico del nostro organismo. Per avere un sistema immunitario funzionante, tutto l’organismo deve essere ben “nutrito”!
Sovrappeso, obesità e difese immunitarie: il ruolo della vitamina D
Come possiamo nutrire il nostro organismo per garantirne l’efficienza sia dal punto di vista metabolico che immunitario?
L’abbiamo già spiegato: rifornendolo di vitamina D.
Come lucertole ricerchiamo dunque la nostra dose giornaliera di sole, ma non limitiamoci a questo.
Introduciamo nella nostra alimentazione tutti quegli alimenti che sono ricchi di vitamina D. Non sono tantissimi, sarà per questo più facile tenerli a mente:
- pesci grassi, come aringhe, salmone, tonno
- uova di pesce, caviale
- tuorlo d’uovo
- formaggi, latticini e burro
- fegato di alcuni animali
- alcuni tipi di funghi
Tutti questi alimenti ci aiuteranno a rafforzare le nostre difese immunitarie, fornendo la giusta quantità di vitamina D. Ricordiamoci però di assumerli secondo quanto raccomandato per la salute del nostro profilo metabolico.